La capacità tendenziosa di una domanda è particolarmente elevata quando usiamo il perchè.
Perché?
Per una abitudine che ci viene dimostrata fin da piccoli, se la persona fa un errore le viene chiesto immediatamente il perché ha fatto quell’azione specifica.
Facciamo un passo indietro, la radice sta nel chi ha deciso che quell’azione è sbagliata. Il giudizio dell’individuo che ha posto la domanda automaticamente impone una distinzione personale basata sui filtri della propria esperienza, cercando di imporsi sull’altro individuo che ha fatto l’azione. Tutto ciò è corretto? Per quale motivo i filtri della mia esperienza devono porsi con un’ombra di giudizio verso un’altra persona?
La motivazione è che l’unicità dell’individuo viene contrapposta alla libertà dell’altro, creando uno scontro tra due realtà ipoteticamente corrette o sbagliate in egual misura.
Come risolvere questa diatriba? Sospendendo il giudizio personale, domandare le cause, il bisogno che ti ha spinto a fare quell’azione senza includere la parte tendenziosa del perché. Una volta ricevuta una risposta, qualunque essa sia, provate a domandare al soggetto:
è buono per te?
Sarà una specie di esperienza senza filtri che spiazzerà l’altra persona, creando una serie di dialoghi interni per ottenere una risposta più profonda delle mere cause che lo hanno portato a fare quella determinata azione.
La persona che non si sente giudicata è una persona che si sente libera di espriemere le sue idee, il suo dialogo con voi cambierà completamente.
Non dimentico mai che la mia libertà (anche nell’espressione di un giudizio o un’idea) finisce dove comincia quella altrui. Soprattutto non dimentico mai che, come individuo libero, mi prendo la libertà di agire diversamente dagli altri ogni qual volta le conseguenze delle mie azioni non vadano a sconfinare nello spazio altrui.
E io penso che ciò è buono per me.
Imparare a non giudicare? Dai una letta al libro Elemento Neutro e troverai molti spunti pratici per cambiare molti aspetti su questo punto di vista. Saper scegliere, aprire la mente a favore della tua felicità e della tua crescita sono doveri che riempiono il cuore e la mente di ognuno di noi.
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